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Questi racconti si ispirano a duri fatti di cronaca avvenuti in Sardegna. Tredici storie di denuncia sociale ambientate tra il 1870 e gli anni '60 del Novecento; sullo sfondo, una comunità gravata da pesanti conflitti. Il taglio dei boschi su basi industriali e la comparsa delle prime ferrovie proiettano l'isola in una nuova era. Gli scioperi in miniera a Buggerru, l'occupazione dei latifondi, la lotta contro i Baroni degli stagni, la repressione del banditismo, sono alcuni degli episodi scenario di vicende intime, familiari, di gente semplice. Come Angiulléddu, condannato a generare solo figlie gemelle, o il barbiere-cavadenti Natalino, che dal "suo" Ottocento guarda al nuovo secolo portatore di benessere e "civiltà". Una promessa, questa, che si infrange davanti alle vite impolverate di Giustino e Maria; a ogni madre che piange i bambini di Cabras, uccisi da un morbo misterioso; di fronte ai fantasmi di Arrósa - un padre latitante e due scarpe vuote in apparizione - o dinanzi a chi, come il sindaco morto ammazzato, pensa troppo in grande per il suo paesino. I protagonisti di queste e altre storie si muovono fra miserie e incanti in una terra padrona di segreti inconfessabili.